Sinistra Autonomia FederalismoRipartiamo dalle idee e dai territori
Lo spazio politico si occupa non si chiede - Vasco De Cet
Per questo l’autonomia va intanto praticata con gli strumenti che abbiamo. Lo strumento è attualissimo e serve per reimmettere nella dinamica politica i marcatori identitari dei popoli europei. E’ uno strumento, quindi. Dovremmo ricontestualizzarla ed estenderne il concetto oltre il perimetro delle sue radici storiche, culturali e politiche perché lo scenario è mutato.
Nel mondo si registra una crescita demografica esponenziale e perniciosa, mentre in Europa ed in Occidente in genere la decrescita demografica è altrettanto perniciosa.
L’economia e la finanza sono ormai transnazionali ed interdipendenti.
La povertà si estende verticalmente, ma anche orizzontalmente ed assistiamo alla “proletarizzazione” di vaste fasce di ceto medio.
Le migrazioni sono inarrestabili.
Per questo è tempo di ripensare la prospettiva di Pellizza da Volpedo (Quarto Stato), perché quella visione di proletariato fatta di sole 4 Donne, solo due bimbi e tutti bianchi indoeuropei rappresenta ormai solo una parte delle genti che la Sinistra vuole, ma soprattutto DEVE rappresentare.
Il rischio di Eventi di Livello Estintivo (E.L.E.) in ambito militare, ma anche e forse ancor di più ambientale sono crescenti e questo conferisce allo scenario una dimensione storicamente inedita. Per questo le risposte che, specialmente da Sinistra, devono venire alle sfide dell’alba del terzo millennio non possono essere declinati in forme, modi e linguaggi ancora attuali, ma insufficienti quando non parzialmente obsoleti.
Le frontiere della scienza e della tecnologia pongono inedite sfide all’Umanità, mentre la politica resta schiacciata tra economia e religione, rinunciando al suo primato.
La fine della traduzione politica delle ideologie verificatasi nel ‘900, non ha cancellato il bisogno di ideologia in senso alto e non dogmatico, ma la politica è subalterna al pragmatismo che da mera prassi è assurto a valore, soppiantando il pensiero ideologico di cui i concetti di autonomia e di federalismo sono parte.
Infatti l’idea e la pratica del federalismo dovrebbe spingersi oltre il perimetro ordinamentale ed abbracciare il mondo del lavoro, della produzione, dell’economia, della scienza, ecc.
L’uguaglianza resta il presupposto per la libertà, nel pensiero della Sinistra, mentre per la Destra il perseguimento della libertà individuale è l’unico paradigma ed è un concetto egoista e miope.
I Players del nostro tempo sono in Paesi del B.R.I.C.S. e gli USA, che sono soggetti politici forti. Il baricentro politico si è spostato dalle sponde dell’Atlantico a quello dell’Oceano Pacifico ed Indiano. Questi due fattori condannano l’Europa ad un rischio di marginalità, nonostante il suo mercato interno.
E la Sardegna, che è in Italia ed in Europa…. pure.
Il progetto di Spinelli per federare i popoli è naufragato nel 1984, per lasciare spazio ad un’associazione di stati. L’Unione Europea, priva di un’identità politica frutto di un progetto/processo federativo dei popoli che la compongono, più che degli Stati Nazionali i quali, seppure ancora forti, sono evidentemente in declino. Altre forme odinamentali ed istituzionali nella storia sono state soppiantate da altre.
Per questo l’Unione oggi è sempre più costretta a scegliere se essere Arca o Fortezza, preludendo così al suo stesso superamento.
Per questo la proposta di rilanciare le idee di Autonomia e di Federalismo devono iscriversi in uno slancio continentale che includa anche la sponda Sud del Mediterraneo.
Occorrono una visione ed un modello di Società che per mezzo dell’UE mettano in rete i marcartori identitari, l’originalità dell’esperienza storica e politica dei popoli europei. Per noi questo significa mettere in gioco il nostro slancio autonomista e federalista in una prospettiva vasta, internazionale, sociale. Serve una visione dell’Autonomia che si faccia strumento di governo della Società e che non sia mera compensazione di poteri più centrali.
Penso ad una Autonomia concorrente e non sussidiaria.
Credo che sia necessario che l’UE declini le linee guide con le quali ciascuno dei popoli europei (non del Stati) possa dar vita ad asimmetrie devolutive virtuosa, ponderate ed equilibrate, in un quadro di solidarietà aperta e solidamente ancorata ai valori dell’illuminismo che la nostra Costituzione più puntualmente declina, disegnando un progetto di Stato Sociale avanzato ed ancora irrealizzato.
Solo un processo partecipativo nel quale le soggettività popolari più che territoriali e/o nazionali possano rinnovare profondamente il loro patto aggregativo a partire dai rispettivi marcatori identitari può rimettere al centro dell’agenda sarda, italiana, europea e mediterranea il Diritto Politico al Benessere (Lavoro, Sanità, Istruzione, Giustizia, previdenza, Casa, Ambiente, Equa fiscalità, Continuità Territoriale) che è fondamento del “sogno Europeo” alla Pace e del quale le forze della Sinistra sono le naturali interpreti.
Il “sogno Europeo”, proprio per questo, è più grande ed inclusivo di quello “Americano”, che ammicca alla sola e generica felicità, senza tracciarne i presupposti.
E’ con queste chiavi, secondo me, che il nostro rinnovato slancio autonomista e federalista, dovrebbe nutrirsi ed aspirare ad essere profondamente Illuminista, Umanista e socialista.
Ghilarza 28 aprile 2018