Sinistra Autonomia FederalismoRipartiamo dalle idee e dai territori
UGUALI PER ESSERE AUTONOMI, EUROPEI PER ESSERE LIBERI
di Vasco De Cet
Il voto per le regionali ha dimostrato, se mai ve ne fosse ancora bisogno, che la Lega egemonizza la Destra di oggi. La priva della radice sociale per un verso e di quella liberale dall’altro. Le amputa i tratti che l’hanno caratterizzata in passato. I rapporti di forza in quel campo lo permeano di leghismo nel merito e nel metodo, concretizzando surrettiziamente l’ideologia secessionista.
Berlusconi, per quanto sia stato anch’egli un pericolo per la democrazia, era circondato da quadri col senso dello stato e delle istituzioni nel DNA, seppure geneticamente modificati. La Lega, invece, schiera quadri col DNA del tutto sganciato da quella cultura, formati in quella del secessionismo e dell’egoismo leghista.
Echeggia Ennio Flaiano: “Il Fascismo è demagogico, ma padronale, retorico, xenofobo, odiatore di cultura, spregiatore della Libertà e della Giustizia, oppressore dei deboli – i migranti -, servo dei forti – Putin e Trump -, sempre pronto ad indicare negli “altri” le cause della sua impotenza e della sua sconfitta – l’Europa e la Francia -”.
Echeggia Mussolini: “Io – diceva - non ho creato il fascismo, l’ho tratto dall’inconscio degli italiani”.
L’analogia dei nostri tempi con lo stato nascente del totalitarismo fascista nel ‘900 non va sottovalutata, perché la storia non si ripete mai uguale a se stessa, ma con ogni evidenza ripropone i suoi schemi.
L’emorragia di voti dal movimento 5 stelle verso l’astensione, in parte verso la lega ed il psd’az, ed in parte più contenuta verso la sinistra, segna la crisi di rapporto tra la base pentastellata ed i suoi leaders. Segna una battuta d’arresto nell’affermazione di un modello ideologico terzo rispetto a quello fascio-leghista post bossiano e quello debole e residuale della sinistra.
Le 5 stelle del Movimento erano acqua pubblica, ambiente, trasporti, sviluppo ed energia; sono mutate in acqua pubblica, ambiente, trasporti, connettività e sviluppo. Un po’ più debole, ma non dissimile.
I leaders del Movimento, però, lo hanno reso nel frattempo di fatto gregario della Lega, quindi funzionale al suo disegno destroide e pernicioso.
La loro ideologia tecnologista e falsamente egualitarista prescinde dall’identità della stessa base; la loro politica, pur essendone aliena, favorisce di fatto la contaminazione delle Comunità col fascismo leghista in chiave contemporanea.
Quasi metà della Comunità non vota più. Nell’altra meta una parte consistente vota in modo ondivago, sordo e talvolta incoerente con le sue stesse aspettative.
Moltissimi dicono che non c’è più differenza tra destra e sinistra a causa dell’autoreferenzialità crescente delle organizzazioni politiche.
I leaders del Movimento inseguono questa pulsione autodefinendosi né di destra né di sinistra.
La differenza tra sinistra e destra, invece esiste e sta negli effetti della politica. Nasce da valori, idee, priorità. Si misura e valuta, però, dall’efficacia delle sue ricadute nella Comunità.
E’ di sinistra l’Uguaglianza come presupposto per la Libertà.
E’ di destra, invece, la Libertà espansa sino al limite di quella altrui, perché di fatto sottrae respiro a chi ha meno forza o più vincoli per far valere il proprio diritto, pregiudicandone l’Uguaglianza e quindi le Opportunità.
La Libertà di ciascuno non finisce dove comincia quella di un altro; la Libertà di ognuno è funzione di quella altrui.
In Sardegna abbiamo un deficit di Uguaglianza rispetto agli altri Europei, quindi siamo meno Liberi.
Per noi sono ridotte le opportunità sociali, di lavoro e cura, la nostra libertà di movimento, d’impresa, di scelta.
Essere meno Liberi perché non-uguali ci isola, ci rende marginali. Ci condanna al declino come Popolo. Condanna la nostra identità all’omologazione.
Abbiamo le risorse e le intelligenze per essere, invece, protagonisti dello scenario sociale, politico ed economico euro-mediterraneo.
L’art. 3 della Costituzione recita: “E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando DI FATTO la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Un modello di Comunità non più dogmatico come un tempo, più fluido e plurale, ma abbastanza forte e costante da arginare e respingere la binaria deriva totalitaria della Lega e dei leaders pentastellati riparte dall’Uguaglianza.
Declina la “Libertà” e quindi l’Autonomia praticata e non rivendicata o rinegoziata, come naturale conseguenza della condizione socio-politica ed economica paritaria cui i Sardi hanno diritto costituzionalmente.
La Costituzione definisce con disarmante semplicità l’Uguaglianza.
Il diritto al lavoro ed alla progressività fiscale, agli art 4 e 53; le pari opportunità in ben 9 articoli, 3, 4, 29, 30, 31, 37, 48, 51, 117.
I programmi politici e le alleanze non bastano, anche se sono buoni. Non hanno sufficiente appeal se non prospettano un’idea di Comunità alternativa; se non s’iscrivono in un orizzonte; se non indicano una prospettiva sociale plausibile.
In questo senso il programma di Zedda era perfetto. Tuttavia, malgrado la sua credibilità personale, il suo impegno, quello dei candidati e di chi lo ha sostenuto non è bastato.
Il “Quarto Stato”, il quadro di Pellizza da Volpedo, mostra l’irruzione del proletariato sul proscenio e la rivendicazione del suo protagonismo politico nell’800. E’ un immagine ancora suggestiva, ma osservandola oggi se ne coglie il limite. Vi sono raffigurate solo 4 Donne, 2 Bambini e solo bianchi indoeuropei. Era quello, allora, l’orizzonte del socialismo e della dottrina sociale della chiesa.
Quello di oggi è molto più vasto, frastagliato, complesso, fluido.
Molto più rilevante ed evidente è il ruolo delle Donne nelle attività economiche ed in politica, nelle professioni, nelle scienze, nelle arti, nella cultura. Percepiamo un’area molto molto più vasta della povertà, che si espande anche in Europa e tocca classi sociali che prima erano al riparo. Si espande con essa la diseguaglianza nelle Comunità, nel continente e tra i continenti ed è multicolore, verticale, orizzontale ed obliqua.
Allargare e ripensare in 3D la prospettiva di Pellizza da Volpedo è la “Nuova Frontiera” obbligata per la Sinistra in Europa; una Europa che vorrei Arca e non Fortezza. E’ il “New Deal” ineludibile, senza il quale Sinistra ed Europa sarebbero condannate alla marginalità ed all’irrilevanza.
La Sinistra Sarda, Europea, Autonomista, Federalista, di stelle ne ha10.
L’Antifascismo senza indulgenza – antidoto contro la barbarie -, la Pace e l’Ambiente – presupposti per la vita -, l’Istruzione e la Cultura – presupposti per la coscienza critica diffusa e quindi della democrazia -, il Lavoro, la Sanità, la Previdenza, la Casa.
E’ lo Stato Sociale che la Costituzione disegna, sancendo la natura universale, politica, non graduabile, non negoziabile, non mediabile del Diritto al Benessere e quindi alla Felicità
E’ il luogo di cittadinanza che può realizzarsi a partire dalle Comunità, non dalle frontiere.
E’ riaffermare la Libertà, l’Uguaglianza e la Fraternità come valori fondanti dello stare insieme, dell’essere tutte e tutti parte di una Comunità, Sarda, Mediterranea, Europea, Mondiale.
E’ il linguaggio col quale la Sinistra può tornare ad ascoltare ed essere ascoltata da quella parte di Popolo che ha smesso di votare o non ha mai neanche cominciato; che è disorientata e vota stordita dal vuoto di prospettiva che ha lasciato omologandosi a modelli alieni dalla sua identità, ma soprattutto dai bisogni; che si lascia irretire da chi impone una visione tanto facile, inconsistente e meschina quanto stolida, ingannevole eppure densa di fascinazioni.
Sono Lavoratori, cioè Operai ed Impiegati, Artigiani, Contadini, Pastori e Allevatori, Piccoli Impresari, Pensionati, Portatori di Abilità Alternative coi quali la Sinistra ha perso contatto; Giovani ed Insegnanti; Professionisti che vanno “proletarizzandosi”; Intellettuali e non da ultimo disoccupati.
E’ in quella prateria di consenso non espresso, compulsivo o schizzofrenico che la Sinistra concretamente Autonomista e Federalista, europea ed europeista, ma fortemente mediterranea può raccogliere e consolidare il margine che le manca per essere maggioranza nella cultura diffusa, negli snodi sociali oltre che nel voto.
Trovare consenso in questo ambito è anche una battaglia di democrazia.
James Freeman Clarke, poi ripreso da De Gasperi, disse: “Un politico pensa alle prossime elezioni; uno statista alle prossime generazioni; un politico guarda al successo del suo partito, uno statista a quello del suo Paese”(“A politician [...] thinks of the next election; a statesman of the next generation. A politician looks for the success of his party; a statesman for that of the country.)
Amministrare il consenso esistente è disgregativo, erosivo, decrementale perché ogni volta che si taglia una fetta della torta si perdono le briciole e la torta diventa sempre più piccola.
La nave ha urtato l’iceberg, imbarca acqua. E’ tempo che l’orchestrina smetta di suonare e ci si adoperi per salvare tutti, anche quelli che oggi guardano la Sinistra con disprezzo o la ignorano che è pure peggio, tendendo loro la mano.
Non basterà uno scoglio per arginare il mare.
L’impegno per una mobilitazione di Popolo attorno alla Questione Autonomista può essere espansivo se è anzitutto denso di prospettiva comunitaria, plurale ma corale; se traduce valori e bisogni in una torta più grande, in una prospettiva degna di chiamarsi futuro comune.
L’esperienza delle ultime elezioni, lo sforzo, l’impegno e la qualità della proposta di Zedda hanno dimostrato che quello è il sentiero.
Le persone orientate al progresso umano e sociale possono unire le loro identità senza confonderle, come già fecero nella lotta antifascista, nella Resistenza ed incamminarsi sul crinale più scosceso, sul percorso più impervio e disagevole, perché è su quel crinale e lungo quella strada che si conquistano o si perdono la Libertà, la Dignità e i Diritti, è lì che si costruisce la Comunità ed è lì che credo sia il posto della Sinistra.
E’ lì che si possono conquistare l’Autonomia e l’Uguaglianza dei Sardi, cioè la Libertà in Sardegna e per i Sardi.
L’Uguaglianza, la Libertà, la Democrazia, la Fraternità, la Misericordia sono in pericolo come mai dal 1946.
Nel 1981 in un’intervista a Moby Dick, il mensile della FGCI siciliana, alla domanda sul difficile rapporto fra giovani e politica e al fatto che i giovani non ritengono che il cambiamento (…) delle cose passi attraverso la (…) politica, Berlinguer rispondeva:
“Il riscatto e la liberazione dei giovani – (degli uomini) – presuppone un impegno individuale, della singola persona, il rispetto delle sue propensioni e vocazioni, delle sue specifiche preferenze e aspirazioni (personali) nei vari campi, ma si realizza pienamente e duraturamente solo attraverso uno sforzo collettivo, un’opera corale, una lotta comune. Insomma ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solouno per uno.(E qui si tocca la dimensione sociale e politica dell’azione delle masse, comprese le masse giovanili”).
Nessuno resti escluso.
Un altro mondo, un'altra Sardegna sono possibili.
di Vasco De Cet – 12.03.2019