Sinistra Autonomia FederalismoRipartiamo dalle idee e dai territori
Perchè siamo Europeisti e Federalisti
Non si può restare inerti o peggio, indifferenti, rispetto alle rinascenti spinte nazionalistiche e sovraniste che attraversano l’Europa e trovano crescenti spazi anche in Italia. Bisogna reagire innanzitutto sul piano culturale.
Nonostante le gravi difficoltà e i limiti dell’Unione Europea, emersi soprattutto negli anni più recenti, il rafforzamento anche politico, in una prospettiva federale, dell’Unione europea non ha alternative, se non negative. A dimostrarlo stanno il lungo periodo di pace – mai conosciuto prima – che l’Europa occidentale ha vissuto dal 1945 ad oggi; i progressi che l’Unione europea continua a segnare nell’affermazione e nella tutela dei diritti fondamentali, quali sono stati enunciati dalla Carta di Nizza del 2000; la formazione in atto, a dispetto dei rigurgiti sovranisti ed esclusivisti, di una identità transnazionale permeata di valori umanistici e solidali.
Sappiamo che i sovranismi e i populismi che rodono dall’interno l’Unione europea si alimentano specialmente del timore dell’immigrazione extra-comunitaria Sappiamo però anche che l’esodo delle popolazioni dell’Asia e dell’Africa verso l’Europa è la conseguenza dei conflitti in atto in vaste aree di questi continenti e soprattutto, della dinamica dualistica dell’economia «mondializzata» (o se si preferisce globalizzata), che nelle aree forti porta ricchezza e benessere e nelle aree deboli miseria e disperazione. Serve perciò una risposta basata sui valori fondanti la civiltà europea che agisca sulle casi cause di fondo di questi fenomeni epocali.
Il populismo è alimentato anche dal disagio sociale che interessa una parte estesa della popolazione soprattutto nelle aree periferiche. Noi vogliamo un’Unione Europea che ponga al primo punto le questioni del lavoro e dell’equità sociale. Non casualmente, il programma federalista del Manifesto di Ventotene ha una forte caratterizzazione anche sociale perché si propone, oltre che la «definitiva abolizione della divisione dell’Europa in stati nazionali sovrani», anche «l’emancipazione delle classi lavoratrici e la realizzazione per esse di condizioni più umane di vita».
Di queste cruciali questioni si discuterà in un’assemblea aperta presso la Fondazione di Sardegna, lunedì 25, con inizio alle ore 17. Il dibattito coordinato da Lucetta Milani e Tore Cherchi, sarà aperta da Giangiacomo Ortu, storico, che riassumerà le ragioni dell’europeismo e del federalismo, e da due interventi di Christian Rossi, storico di Relazioni Internazionali, su rapporti politici e economia, e di Andrea Deffenu, ordinario di diritto pubblico, sulle riforme necessarie per progredire nella costruzione federale dell’Unione Europea. Seguirà il dibattito.
E’previsto l’intervento di don Ettore Cannavera.
Cagliari 23 giugno 2018